Racconti di viaggio in Oriente

L’archivio storico e la biblioteca civica – sezione di conservazione – ospitano sabato 6 Aprile 2019 il convegno “Racconti di viaggio in Oriente dal Cinquecento al Settecento”, in collaborazione con il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Torino; il Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterannea dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; il Centro studi di Ca’ Foscari Humaniteies & Social change; la Sarasvati Association, e con la compartecipazione della Fondazione fossanese “Federico Sacco”.

La giornata contempla sei interventi dalle università torinese, veneziana, da “La Sapienza” di Roma e dalla Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana: saranno incentrati sulle narrazioni di viaggiatori, di missionari, di esploratori e di diplomatici che in Età Moderna pubblicarono i resoconti dei propri viaggi su testi, le cui edizioni sono conservate nel fondo di orientalistica “M. Vallauri” donato alla biblioteca fossanese.

Un’occasione sia di valorizzazione di un patrimonio bibliografico raro e pressoché sconosciuto al vasto pubblico, sia di scoperta di una letteratura spesso poco nota ma ricca di suggestioni, in grado di arricchire il bagaglio culturale di ciascuno di noi.

Castello degli Acaia, Fossano (CN)

Sabato 6 aprile

ore 9:30 -12:45, 14:30-16:00.

Ingresso libero e aperto a tutti: aggiornamenti sulla pagina fb dell’archivio storico:

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PROGRAMMA

Saluto delle autorità

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Intervento sulla figura di Mario Vallauri nel panorama degli studi indologici in Italia

Alberto Pelissero traccerà un breve profilo della figura di Mario Vallauri nel contesto dell’indianistica italiana, illustrando come la sua eredità sia stata recepita dalle generazioni successive di indologi nell’Ateneo torinese.

Alberto Pelissero è professore ordinario di Indologia presso l’Università degli studi di Torino (Dipartimento di Studi Umanistici), dove insegna Lingua e letteratura sanscrita e Filosofie e religioni dell’India e dell’Asia Centrale. Pubblicazioni recenti in volume: Hinduismo. Storia, tematiche, attualità, Editrice La Scuola, Brescia 2013; Il segreto della regina dei tre mondi. Tripurārahasya, Edizioni Laksmi, Savona 2013; Filosofie classiche dell’India, Morcelliana, Brescia 2014; I cakra. Le ruote d’energia nella tradizione indiana, Magnanelli, Torino 2016.

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Il Viaggio alle Indie Orientali di Padre Vincenzo Maria di S. Caterina da Siena

Poco dopo la metà del XVII secolo, Padre Vincenzo Maria di S. Caterina da Siena, al secolo Antonio Murchio di Bormio (1626 – 1679), visitò l’India e, al ritorno a Roma nel 1658, compilò la relazione del suo viaggio. Osservatore acuto e viaggiatore curioso, approfittò del soggiorno di quasi un anno nell’India meridionale per visitare non solo le città portuali, dove risiedevano gli Europei e i missionari, ma anche molte località dell’interno, che fu spesso l’unico a descrivere all’epoca. Tuttavia, nonostante l’importanza di tale relazione nel contesto di quelli che sono stati i resoconti di viaggio in Asia, sono praticamente assenti gli studi su quest’opera. L’intervento illustrerà pertanto i tratti salienti di questa autentica miniera di informazioni sull’India del 1600.

Andrea Drocco è ricercatore universitario di Lingua e letteratura hindi presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia (Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea), dove insegna Lingua hindi. Il suo principale campo d’indagine è la linguistica indo-aria. Fra le sue pubblicazioni segnaliamo L’ergatività in hindi. Studio diacronico del processo di diffusione della posposizione, Edizioni dell’Orso, Alessandria 2008. In particolare negli ultimi anni Andrea Drocco ha dedicato la sua attenzione verso alcuni aspetti del lessico indiano nella sua evoluzione storica, con particolare riferimento a quegli esotismi occorrenti nelle relazioni di viaggio degli italiani alle Indie Orientali.

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Nicolò Manucci alla Corte del Grandi Mugal

L’intervento verte sulla figura del veneziano Nicolò Manucci (1638 Venezia – 1720 Madras?) che “desiderando grandemente di vedere il mondo” lasciò il proprio paese non ancora quindicenne e che dopo varie peripezie giunse in India – allora dominata dalla dinastia moghul – dove trascorse una vita ricca di avventure e di successi. Morì in età avanzata senza essere mai ritornato in Europa. Per trent’anni prestò servizio presso la corte moghul, prima come artigliere e poi come medico personale del futuro imperatore Bahadur I. Poi, lasciato il mondo moghul e trasferitosi negli insediamenti europei di Madras e di Pondichéry, mise a profitto l’esperienza e le conoscenze acquisite per svolgere una preziosa opera diplomatica e di mediazione culturale tra i poteri locali moghul e le Compagnie commerciali europee inglese e francese. In tarda età scrisse la Storia do Mogor, un’opera di notevole ampiezza sul regno di Aurangzeb (1658-1707) e, al tempo stesso, una sorta di seducente autobiografia. 

Marco Moneta si è laureato in filosofia a Milano e insegna a contratto alla SUPSI di Lugano. In passato si è occupato del pensiero filosofico-morale della prima modernità e ha pubblicato una monografia su Giacomo Leopardi: L’officina delle aporie. Leopardi e la riflessione sul male negli anni dello Zibaldone, Franco Angeli, 2006. Negli ultimi anni la sua ricerca e le sue pubblicazioni vertono essenzialmente sull’incontro, nella prima modernità, tra la cultura europea e indiana. Ha dedicato alcuni articoli alla percezione dei primi viaggiatori europei della pratica della sāti e, recentemente, ha pubblicato il volume Un veneziano alla corte moghul. Vita e avventure di Nicolò Manucci nell’India del Seicento, Utet, 2018.

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Immagini e parole di Turchia: note per un viaggio nel Fondo Vallauri

L’intervento è stato pensato come un itinerario di viaggio verso la Turchia costruito a partire dai relativi testi conservati presso il Fondo Vallauri della Biblioteca Civica di Fossano. Un viaggio di parole e immagini che sfrutterà i libri raccolti come finestra aperta verso il mondo turco-ottomano al fine di raccontarlo attraverso il “nodo sapiente” che lega letteratura e arte, offrendo all’ascoltatore un punto di vista alternativo.

Ilenia Pittui si è laureata in Storia dell’Arte e Conservazione dei beni storico-artistici presso l’Università degli Studi di Udine (110/110, lode e dignità di stampa). Nel giugno 2017 la medesima università l’ha insignita del premio miglior studente laureato del corso di laurea magistrale in Storia dell’Arte e Conservazione dei beni storico-artistici per l’a.a. 2015/2016.

Dall’a.a. 2017/2018 è dottoranda di ricerca presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, fellow del Center for the Humanities and Social Change. Attualmente è Visiting Scholar presso la Faculty of Arts and Humanities della SOAS University of London.

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Il Viaggio alle Indie Orientali di fra Paolino da San Bartolomeo

Nel 1774 il Carmelitano Scalzo di origini austriaco-croate Paolino da San Bartolomeo intraprese un lungo viaggio alla volta dell’India, ove infine giunse dopo due anni di peripezie per terra e per mare. Delle sue avventurose peregrinazioni il frate recò notizia in due diari manoscritti redatti in tedesco, ai quali fecero seguito altri tre resoconti del soggiorno indiano compilati in latino e portoghese tra il 1777 e il 1789, anno del rientro in Europa. Trascorrendo da queste testimonianze manoscritte al popolare Viaggio alle Indie Orientali pubblicato da Paolino nel 1796, si intende tracciare il percorso umano e di erudito compiuto dal frate, al secolo Johann Philipp Wesdin.

Carmela Mastrangelo insegna Indologia presso il Dipartimento Istituto Italiano di Studi Orientali della Sapienza Università di Roma. Filologa classica di formazione, i suoi interessi trascorrono dalla linguistica alla grammatica alla letteratura sanscrita. Con Raffaele Torella ha curato per i tipi della Hoepli il Corso di sanscrito (2012), ed è traduttrice per la Piccola Biblioteca Einaudi di Tantra di André Padoux (2011). Collabora con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, per il quale si occupa di redigere le voci sulle vite degli indianisti nel Dizionario Biografico degli Italiani. È inoltre segretaria di redazione della Rivista degli Studi Orientali (RSO).

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L’indiano errante. Geografia della letteratura di viaggio in lingua hindi

La letteratura di viaggio è un genere di scrittura che è spesso appannaggio di autrici e autori non professionisti. Sotto l’etichetta della letteratura di viaggio è possibile includere testi molto svariati, che spaziano dai cicli mitologici nei quali il viaggio è la cornice dello svolgimento narrativo (basti pensare al Rāmāyaṇa) ai racconti contenuti nelle guide turistiche, dai reportage giornalistici ai resoconti dei grandi nomi della letteratura. Fino a tempi recenti è rimasta radicata la convinzione che il documento di viaggio non avesse alcun valore letterario o poetico, ma questo genere sta ottenendo oggi, anche se a fatica, un più corretto riconoscimento nell’ambito delle diverse espressioni letterarie. Il testo di viaggio letterario è un documento di geografia storica, che esprime la capacità di comprendere l’evoluzione che ha portato uno scenario paesaggistico ad assumere l’aspetto contemporaneo; permette di ricostruire i “contenitori ambientali” che sono un inscindibile complemento degli eventi storici. Al contempo, esso diventa anche la testimonianza storica di una sensibilità spaziale, di un modo di relazionarsi al paesaggio vivendo in esso un’esperienza spazio-sensoriale nella quale il paesaggio stesso è impregnato di immediata sensorialità. Gli spazi si possono analizzare sulla base di tematismi legati a elementi del paesaggio fisico o al risultato dell’azione antropica: ci si può, infatti, soffermare su un elemento (un ponte, una strada, ecc.), su una categoria geografica (fiumi, montagne, ecc.), su una irripetibilità toponomastica (il fascino di una città).

In questa conversazione affronteremo un piccolo viaggio in una letteratura poco nota per riflettere sull’idea di India, sul colonialismo e sulla visione nomade della vita, scoprendo un grande intellettuale indiano del Ventesimo secolo: Rahul Sankrityayan.

Alessandra Consolaro è Prof. Associata di Lingua e letteratura hindi presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino. La sua ricerca interdisciplinare è improntata alla critica femminista. Si occupa di storia dell’Asia Meridionale e di lingua e letteratura hindi. Fra le sue pubblicazioni più recenti la traduzione italiana delle poesie di Jacinta Kerketta, Angor, (Torino, Miraggi 2018), e l’edizione trilingue (hindi, urdu e italiano) del racconto di Premcand, I giocatori di scacchi (Milano, A Oriente!, 2015) .