Alla fin fine è sempre la stessa storia

Un po’ tutti sentiamo affermare che per colpa di un uso improprio dei social network oggidì siamo invasi da notizie farlocche, tendenziose, false; così pure che sulle bacheche o sui gruppi di Facebook le persone si lascino andare a considerazioni contro questa o quella situazione, oppure diano giudizi affrettati su episodi, su individui e su scelte altrui… e che questo coacervo di informazioni e di opinioni sia deleterio per la serenità della società.

Nella nostra comunità locale in passato cosa accadeva?

Ci siamo mai chiesti se l’informazione e l’utilizzo delle notizie da parte dei nostri antenati fosse di gran lunga migliore e più corretto rispetto alla contemporaneità?

In queste righe ci si addentra in tempi lontani, senza la pretesa d’essere esaustivi, e vi si propone una carrellata di esempi in analogia alle consuetudini in voga sui social network.

Le critiche alla città

Puntuali sui gruppi social: settimanalmente c’è chi provvede a segnalare brutture o aspetti negativi osservati passeggiando.

Un tempo?

1869, 31 ottobre, su Il Fossanese:

Vorremo oggi parlare di certe botteghe ricchissime e in superba posizione che non vogliono saperne di mutarsi un pochino al bello e al geniale, ma basse e strette… mal disposte, sporche e mobili… Di certe altre che in piena città somigliano a tane o antri, con carretti di fuori alla bella vista…

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che oggi si presenterebbe ipoteticamente così:

e forse ci sarebbero commenti simili:

1872, 30 giugno, Il Corriere di Fossano:

… uno di questi giorni, vedendo molte tele di ragno che ornavano le vetrine d’una bottega da mercante, mi risovenni del mio proposito: cioè che avevo intenzione di dire “un bravo” al chincagliere Soleri per la graziosa insegna del suo negozio, e per la bella disposizione della mercanzie nelle sue vetrine.

Le osservazioni sui personaggi del posto

Il tenore di certe osservazioni, condite di moralismo, non sono una rarità oggi come allora:

1869, 17 ottobre, Il Fossanese:

La mendicante che tuttodì offriva per le nostre vie un laido spettacolo di seminudità… fu… ricoverata nella piccola casa di Provvidenza Cottolengo. Altri due tapini ebbero pur essi lo stesso indirizzo.

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magari calcando la dose sulle situazioni di maggior visibilità, chiudendo la notizia con un interrogativo che sollecita implicitamente una risposta:

1872, 9 giugno, Il Corriere di Fossano

Da alcuni giorni pare che i pezzenti si siano moltiplicati. Non fate dieci passi che vi vedete avanti uno storpio, uno sciancato, un deforme che vi stende la mano, ed alcuno con certi occhi! In questi casi od essere insensibile e di cuore duro duro, il che non sono tutti, od avere ad ogni passo la mano nel taschino, locché stanca piuttosto. Come fare?

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Non sembrerebbe di averla già letta sui gruppi social locali una considerazione simile? Eppure questa è di 150 anni fa!

Lo stesso vale per il sarcasmo che a tratti accompagna le news in giro su Facebook:

1891, 5 febbraio, la Gazzetta di Fossano

L’arresto di due donne – la fossanese è citata per nome -, viene descritto come impacchettamento per alludere all’invio in prigione senza troppi complimenti, grazie alla Giustizia raffigurata come signora che non se le lascerà scappare tanto facilmente di mano. Subito dopo, raccontando di altri due che avevano rubato della legna, usa l’ironia scrivendo che l’avevano esportata senza domandarne licenza al padrone. I due messeri finiscono nella casa di san Pietro, ossia in carcere, come già accadde all’apostolo.

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C’è chi corregge l’ortografia o la punteggiatura altrui

Un classico! Il “professorino” del momento che non s’astiene nel fare un appunto su ciò che legge in giro.

1869, 19 dicembre, Il Fossanese

… uno sconcio, a cui un nostro corrispondente vorrebbe proprio che si ponga rimedio, ed è che “Sopra la porta n° 6 in Via San Rocco [n.d.a. oggi Via Matteotti], quasi a dirimpetto all’albergo della Palocca, sta scritto un avviso nel grottesco modo: fornaio comune perquocere il pane di familla“.

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e chi si lamenta su un po’ tutto:

si va dall’odore del rancio che si sente passando nell’attuale Via Cavour, allorché la caserma – poi demolita – affiancava la strada, come nel

1872, 9 giugno, Il Corriere di Fossano

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a quello di certa roba, che esala tutt’altro che odor di rose. Il reclamo ci pare fondato, lo giriamo pertanto all’Ufficio di Polizia Urbana affinché provveda, come riporta nel

1889, 6 novembre, la Gazzetta di Fossano

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sotto il cui post oggi ci si aspetterebbe di leggere commenti del tenore: «fatelo presente direttamente in Comune, anziché scriverlo qui».

Oppure, al contrario, siamo nel

1872, 26 maggio, Il Corriere di Fossano,

si pubblicano i complimenti proprio verso l’Amministrazione del momento, i cui provvedimenti dei Lavori Pubblici risparmiano la lunga litania di bestemmie che intuonavano quei poveri carrettieri i quali si trovavano a dover fare un zig-zag troppo complicato. Non si alludeva a una rotonda in un incrocio – soluzione della nostra contemporaneità -, bensì all’allargamento del ponte sul naviglio di Bra, scendendo dal castello verso il viale della stazione ferroviaria.

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C’è chi si fa gli affari altrui…

mentre passeggia nell’odierna Via Ancina, dietro il Cinema I Portici, e sente litigare i membri della Società Operaia di Mutuo Soccorso; appena può “posta” le sue considerazioni, facendo il verso allo spirito di fratellanza della Società, simboleggiato da due mani che si stringono:

1872, 12 maggio, Il Corriere di Fossano

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e chi si prende gioco dei forestieri in visita alla città, ironizzando sul loro modo di vestire:

1889, 30 novembre, La Gazzetta di Fossano

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Non manca la “new” di sapore razzista, che all’epoca non era da meno rispetto ai tempi odierni, anzi….

1898, 23 febbraio, La Fedeltà

nella rubrica “Varietà“, sottotitolata “La fortuna degli ebrei in Francia“, partendo dalla situazione d’Oltralpe generalizza in senso universale, scrivendo che

il giudeo adoratore dell’oro, a guisa d’immenso polipo, ha disteso i suoi tentacoli per succhiare il sangue dei poveri cristiani colle usure e cogli inganni…

aggiungendo una sorta di barzelletta nella chiusa, per finire:

  • Dunque quando mi paga?
  • Lasci fare! …. col tempo.
  • Come?
  • Sicuro. Il tempo è… moneta.
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… o il complottismo: intramontabile!

Lo si trova nell’Ottocento veicolato dai giornali locali: è il caso della massoneria, la quale, manco a dirlo, manipola nella propria officina la maggior parte delle leggi ciecamente approvate dal parlamento

1898, 25 maggio La Fedeltà

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E infine le onnipresenti pubblicità ingannevoli

Sui social network appaiono spesso con link sponsorizzati, promettendo dimagrimenti repentini, metabolismi accelerati dai risultati eclatanti, cure sorprendenti che la Scienza non vuole farci conoscere… e che all’epoca comparivano sulle pagine dei giornali cittadini, oggi come allora per carpire l’altrui buona fede.

Ovvio che la premessa: “Non più medicine. Perfetta salute restituita a tutti senza medicine, senza purghe né spese, mediante la deliziosa farina di salute… ” non lasci indifferenti: il potere della Revalenta Arabica!

1874, 27 novembre, Il Corriere di Fossano

C’è la sponsorizzazione della chiaroveggente sonnambula Anna: le si scrive descrivendo i sintomi della malattia e nella sua risposta vi sarà la diagnosi e la ricetta più efficace per curarsi. In allegato alla lettera non bisogna scordarsi di inviare Lire 5,20 per l’Italia e di Lire 5,25 per l’Estero. Con vaglia o raccomandata. Nulla di troppo diverso dal compilare i campi di una e-mail e pagare con la carta paypal.

1891, 22 marzo, La Gazzetta di Fossano

Una soluzione definitiva alla calvizie, annoso problema di sempre, ma efficace pure per una folta barba, la fornisce ai fossanesi l’acqua chinina Migone:

… fa scomparire la forfora ed assicura alla giovinezza una lussureggiante capigliatura fino alla più tarda vecchiaia.

1891, 10 novembre, La Gazzetta di Fossano

O ancora, per concludere gli esempi, il rimedio contro l’emicrania e le nevralgie facciali: l’aceto aromatico del Catria, che a quanto pare “è poi il non plus ultra di tutti i preparati per l’igiene generale ed intima delle signore”. Insomma… un uso versatile e polivalente.

1898, 6 luglio, La Fedeltà.

La socializzazione in piazza vs quella virtuale

Oggi i social network consentono di intervenire direttamente con i commenti, oppure condividendo le notizie. Ciò crea dinamiche d’interazione sociale immediate di sostegno o in antitesi, di divulgazione o di smentita. In passato le news, i post, le dirette – come le si definisce adesso – suscitavano il medesimo meccanismo di scambio d’opinioni, soltanto che si concretizzavano nei Caffè cittadini o sulle piazze, dopo aver acquistato il giornale e reso compartecipi i presenti: non è un caso che il bisettimanale più antico – Il Corriere di Fossano – uscisse il mercoledì, giorno di mercato, e la domenica; al pari de Il Fossanese, che era festivo; mentre sia La Gazzetta di Fossano sia La Fedeltà uscivano a metà settimana.

Al di là della cronaca o delle considerazione di ordine politico, i giornali erano ben consapevoli che veicolando anche notizie dall’impianto meno professionale e più d’impatto emotivo le vendite si allargavano a un pubblico più eterogeneo, maggiormente attento alla quotidianità o al sensazionalistico. Quanto ci passa sotto gli occhi ogni giorno sulle bacheche dei social network non è dunque soltanto il frutto di un decadimento culturale o dell’incapacità di fruire di informazioni selettive: è il naturale proseguimento su piattaforme virtuali di quanto già nel passato i nostri avi erano soliti leggere e poi commentare in compagnia.

Con il giusto senso critico, ci si auspica.